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Maserati Biturbo Cabriolet d'epoca in vendita

Una protagonista della strada, ricondotta alle linee essenziali della bellezza e una sofisticazione moderata per non perdere una curva. Questa è la Maserati Biturbo.

Il successo della Maserati Biturbo, una macchina imperfetta

Maserati Biturbo è l’espressione della visione della mobilità del suo patron, Alejandro De Tomaso. Giù i veli nel 1982 al Salone di Ginevra e il disegno è nelle fabbriche. Ma la vettura non trova nel mercato l'accoglienza del battesimo. La tecnologia non cristallina ossidava lo stile del Tridente. La berlina dalla silhouette sportiva scoraggiava l'uso: in 5 km succhiava 1 litro di benzina e il motore da 2 litri per 180 CV era sotto potenziale. Uno sprone per il team di De Tomaso a migliorare la formula artigianale che fece dell'auto la scultura per il popolo piuttosto che per artisti di strada. Si predispone l’installazione funzionale sotto coperta del cuore della Merak: il motore con erogazione fino a 1996 CV. Ricopia i grandi numeri dalla Citroen degli anni ’70: il V6 a 90° da 180 CV e 255 Km di coppia. Ritocchi sussidiari intervengono sull’alimentazione, incardinata a due turbocompressori IHI, su cui la Maserati Biturbo ha fatturato il suo nome. Inizia la sua era felice e subito la Maserati Biturbo diventa un’intrigante scommessa. I disegni di Pierangelo Andreani tracciano le linee per enfatizzare la grintosità. Dalla matita di Giugiaro il massiccio frontale come la Quattroporte. Il progetto megalomane investe anche l’interno per sbrigliare l’inventiva dei tecnici. Un'automobile spinta nelle performance, con punte massime di 215 Km/h di velocità e uno scatto a 7’’ nell’allungo da 0 a 100 km/h. Ma ancora una volta la Maserati Biturbo non riesce a percorrere la doppia corsia di potenza e consumi modesti. La frenesia costruttiva però ha prevalso, tanto che De Tomaso investe 50 miliardi di lire negli stabilimenti produttivi e gli ordinativi si impennano nel 1983 a 5000 esemplari.

Gli anni finali della Maserati Biturbo su pista in una nuova Casa

La Maserati Biturbo non è stata mai una macchina perfetta, ma i suoi esemplari non sono stati coperti di polvere. Una svolta nella sua storia di continui maquillage per i quali ha goduto di eterna giovinezza, è arrivata nel 1988 quando il pilota Adriano Decè rileva Maserati Biturbo tra le concorrenti del Mondiale Turismo 1987. La macchina si presenta quell'anno ai nastri di partenza. La pretesa da allora è rimasta la stessa: correggere lo standard dei consumi con interventi chirurgici sul motore. Le modifiche si arrestano nel 1991 con la Racing e la revisione del profilo. Intanto Maserati Biturbo viene adottata dalla famiglia Agnelli. Dopo rimane il racconto della storia di Maserati Biturbo e del suo inossidabile successo nonostante i difetti.

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1986 | Maserati Biturbo Spyder

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