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FIAT 130 d'epoca in vendita
L'ultima ammiraglia nata per sostituire la 2300 Lusso sul finire degli anni sessanta: da berlina, a coupé, a unico modello station wagon realizzato per la famiglia dell'avvocato Agnelli.
Fiat 130 - la "Fiat blu" difficile da dimenticare
Il 16 marzo del 1976, la Fiat 130 di colore blu era l'auto di rappresentanza su cui viaggiava il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, pochi attimi prima di essere rapito dalle Brigate Rosse. Difficile dimenticare le immagini di quella Fiat 130 blu, tamponata e abbandonata lungo via Fani, a Roma. L'ammiraglia della Casa torinese, nonostante la breve vita ed esigua produzione, rimane un "segno" indelebile nella storia del nostro paese.
Fiat 130 - grande ma non bella
La Fiat 130 era una berlina mastodontica, con un peso di almeno quattro volte quello della Fiat 128 e, per questo, non certo destinata al mercato di massa. Fece la sua prima apparizione al Salone di Ginevra nel 1969, come sostituta della 2300 Lusso. Oltre alle generose dimensioni, la Fiat 130 vantava una meccanica raffinata e rifiniture non comuni: un telaio con sospensioni a quattro ruote indipendenti, motore V6 di 2866cc da 140 cv (dopo solo qualche mese fu portato a 160 cv), trazione posteriore, quattro freni a disco con servofreno. La Fiat 130 fu in assoluto la prima automobile a essere venduta con il cambio automatico Borg-Warmer a 3 rapporti (quello meccanico a 5 marce era disponibile solo su richiesta). Gli interni della berlina erano pregiati e rifiniti con legno per la plancia, e velluto pregiato o pelle per i sedili. A differenza della 2300 Lusso, anche l'aria condizionata, come il servofreno, era di serie. L'eccessiva grandezza dell'autovettura però, oltre a penalizzare la prestazione del motore, rendeva la nuova Fiat 130 poco attraente per il pubblico. Esteticamente, infatti, appariva sgraziata, e troppo appesantita da orpelli e cromature. Il disinteresse degli acquirenti si fece sentire, e le vendite crollarono inesorabilmente.
Fiat 130 - berlina, coupé, station wagon
Nonostante l'incomprensione del mercato, Pininfarina continuò a credere nella potenzialità della nuova berlina, e decise di rimettervi mano. Nel 1971 nasceva la Coupé 130, elegante e ricercata, con motore un V6 di 3235cc da 165 cv, progettato per ottenere uno slancio in più e una buona elasticità di marcia. Sulla scia del nuovo modello nacquero anche altri due prototipi: l'Opera nel 74, berlina a quattro porte, e nel 75 la Maremma, station wagon a tre porte in stile Shooting Brake. I nuovi modelli non risollevarono però le sorti commerciali della Fiat 130, e la crisi petrolifera del 1973 ne determinò la resa finale (l'auto percorreva meno di 4 km con un litro), senza possibilità di ripresa. Nel 1976, dopo soli 8 anni, la produzione della Fiat 130 berlina cessò. 15.093 furono gli esemplari prodotti, e 4.491 quelli della coupé che cessò la produzione nel 1977.
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