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BMW Isetta d'epoca in vendita
Un ibrido tra una motocicletta ed un'utilitaria. La BMW Isetta viene ricordata ancora oggi per le sue linee stravaganti ed il successo planetario sul mercato automobilistico degli anni '50.
BMW Isetta - L'inizio
La Bmw Isetta ha una storia particolare; la progettazione di quest'auto non si deve interamente al genio tedesco, bensì in gran parte a quello italiano. A precedere la la Bmw Isetta 250 fu infatti l'Iso Isetta, il cui successo fu da ricondursi a Renzo Rivolta, fondatore della Iso Autoveicoli SPA; egli, nel 1943, si mobilitò col suo team di ingegneri per l'ideazione di un veicolo in grado di coprire l'importante divario tra i prezzi delle moto e quelli delle primissime utilitarie del secondo dopo-guerra, ancora proibitive per gran parte degli italiani. I punti di forza dell'Isetta italiana vennero poi mantenuti nella Bmw Isetta del 1954, che fece discutere per via delle sue dimensioni compatte, per le linee morbide ed ovoidali e per la parte frontale dell'auto, costituita da un maxi-portellone con schermo panoramico atto all'ingresso e all'uscita dei passeggeri (max due posti). Rivolta allacciò i rapporti con l'illustre casa automobilistica tedesca durante la crisi del dopo-guerra; tale accordo sancì l'uscita della BMW Isetta dai saloni del colosso tedesco.
Fu in occasione della sua prima esposizione al salone di Ginevra che l'Isetta italiana fu notata dalla BMW, stupita dai frutti dell'ingegneria automobilistica made in Italy. L'acquisto della licenza Iso la fece così tornare alla ribalta con la nuova BMW Isetta, subito notata per il suo design senza ombra di dubbio futuristico. Così, quel decennio che doveva essere cruciale nella nascita delle utilitarie, fu per i tedeschi un momento di sperimentazione. La BMW Isetta fu rivelata al mercato sotto il nome di BMW 250 nel 1955.
BMW Isetta - l'evoluzione dell'auto futuristica
Oltre al già menzionato impianto di riscaldamento ed ai vetri scorrevoli, la BMW personalizzò "l'auto-elicottero" con qualche dettaglio ancora. Le linee della scocca non vennero stravolte ma modificate: nella parte anteriore per consentire il sollevamento dei fari e nella parte posteriore per ospitare un nuovo cofano-motore. Per quanto riguarda invece l'aspetto meccanico, l'azienda tedesca rese il motore più accattivante, passando da un monocilindrico a due tempi, ad uno completamente nuovo a quattro tempi, con una cilindrata da 245 cm³ ed una potenza da 12 CV; tali parametri vennero ulteriormente potenziati con l'arrivo del modello successivo: la BMW Isetta con cilindrata 297 cm³ e 13 CV di potenza.
Nel 1957 cessò la produzione del modello classico per lasciare spazio alla versione Export, mentre negli anni della rinascita economica si pensò a nuove formule in grado di accontentare le crescenti esigenze dei potenziali clienti in termini di spazio. Fu così che le nuove BMW Isetta, ben più sofisticate, si affacciarono sul mercato senza però reggere la spietata concorrenza favorita dal boom economico. La produzione venne per questo interrotta nel 1962.
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